Con “Test in Ukraine”, le aziende di difesa straniere potranno sperimentare armi e tecnologie direttamente sul fronte ucraino. L’iniziativa si inserisce nel nuovo asse industriale tra Kiev e l’Unione europea
In un contesto bellico in continua evoluzione, l’Ucraina si trasforma in laboratorio militare a cielo aperto. Giovedì è stato lanciato “Test in Ukraine”, un nuovo programma promosso da Brave1, l’incubatore di tecnologie per la difesa sostenuto dal governo di Kiev. L’iniziativa consente alle aziende straniere di testare armi e tecnologie militari direttamente sul campo di battaglia ucraino, in cambio di un feedback tecnico dettagliato e in tempo reale.
Prototipi di droni, munizioni vaganti, sistemi navali, tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e strumenti di guerra elettronica potranno essere sperimentati nelle condizioni operative più estreme. Le aziende partecipanti riceveranno report sul rendimento, indicazioni per eventuali modifiche e saranno abbinate a produttori ucraini per accelerare la coproduzione e l’implementazione congiunta.
"Siamo pronti ad aiutare le aziende partner a sviluppare, testare e perfezionare tecnologie che funzionano davvero sul campo di battaglia", ha dichiarato il ministro per la trasformazione digitale ucraino, Mykhailo Fedorov.
Secondo il ministro, il programma rappresenta un’occasione unica per acquisire un'esperienza “impossibile da simulare in laboratorio”.
Un asse industriale Kiev-Bruxelles
L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia di integrazione dell’Ucraina nell’ecosistema tecnologico europeo della difesa. Brave1 ha recentemente lanciato anche la partnership BraveTechEU, sostenuta dal Fondo europeo per la difesa (Edf) e dallo Schema di innovazione della difesa dell'Ue (Eudis), con una dotazione iniziale fino a 100 milioni di euro. L’obiettivo: finanziare hackathon, ricerca e incontri con investitori per stimolare l’innovazione militare congiunta.
L’Ue ha inoltre attivato Safe, un nuovo strumento di prestito da 150 miliardi di euro destinato ai progetti di difesa comuni. Una quota minima del 65 per cento dei componenti delle armi dovrà provenire da Paesi membri o dall’Ucraina, rafforzando così l’integrazione industriale con Kiev.
A livello bilaterale, spicca l’intesa con la Danimarca: un accordo da 67 milioni di euro consente alle aziende di difesa di progettare e costruire in territorio danese. Intanto, colossi del settore come Saab, Kongsberg, Knds, Rheinmetall e Raytheon stanno espandendo le loro attività in Ucraina.
Un campo di prova strategico
Il valore strategico del programma “Test in Ukraine” va oltre il semplice collaudo: offre all’industria bellica internazionale un accesso privilegiato ai dati reali di combattimento, mentre Kiev ottiene innovazione e trasferimento tecnologico.
Gli analisti, tuttavia, ricordano che per un’effettiva integrazione nel sistema difensivo europeo, l’Ucraina dovrebbe essere inclusa anche nella pianificazione congiunta dell’Ue, contribuendo alla definizione delle strategie di lungo periodo.
Nel frattempo, sul fronte e nei laboratori, le armi del futuro si testano già oggi.