Le 7 maggiori aziende europee valgono quanto Nvidia da sola. Le big tech americane dominano l’intelligenza artificiale e il mercato globale. L’allarme di Jamie Dimon: “State perdendo”
L’Europa sta perdendo terreno nella sfida globale sull’intelligenza artificiale. A confermarlo non sono solo i numeri, ma anche i mercati. Le principali aziende europee risultano nettamente superate dai colossi statunitensi, soprattutto nel comparto tecnologico, diventato la nuova frontiera del potere economico.
A metà luglio, le sette maggiori società europee quotate in borsa — SAP, Novo Nordisk, Hermès, ASML, LVMH, Roche e Nestlé — valgono complessivamente 2,2 trilioni di dollari. Una cifra che appare modesta se confrontata con i 18,8 trilioni di capitalizzazione raggiunti dai “Magnifici Sette” statunitensi: Nvidia, Microsoft, Apple, Amazon, Alphabet, Meta e Broadcom.
Il divario transatlantico
A colpire è la composizione settoriale. Le big tech Usa dominano il settore dell’intelligenza artificiale e investono massicciamente in infrastrutture digitali. Nvidia da sola, con 3,59 trilioni di dollari di capitalizzazione, vale più delle sette principali aziende europee messe insieme. Un segnale forte: non basta più essere leader nei beni di lusso o nel farmaceutico.
"Mentre gli altri usano l’AI per potenziare i propri servizi, Nvidia fornisce le fondamenta su cui si costruisce tutto", ha spiegato Natalie Hwang, fondatrice di Apeira Capital. Meta, Amazon, Alphabet e Microsoft sono pronte a spendere oltre 320 miliardi di dollari nel 2025 solo in infrastrutture AI, inclusi data center e ottimizzazione dell’inferenza.
L’avvertimento di Dimon
Il messaggio più diretto è arrivato da Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan Chase, durante un evento a Dublino: “L’Europa è passata dal 90 per cento del Pil americano al 65 per cento. Questo non va bene. State perdendo.”
Secondo Dimon, regolamentazione eccessiva, scarsa produttività e frammentazione sono i veri ostacoli. Ha richiamato i leader europei a seguire le raccomandazioni del rapporto Draghi, che propone investimenti annuali da 800 miliardi di euro per rafforzare l’industria e colmare il divario.
La resa dei conti
La corsa all’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnologica. È diventata la misura della centralità economica su scala globale. Mentre le aziende americane impongono il passo e modellano il futuro, i campioni europei — pur solidi — rischiano di restare ai margini della nuova economia.
Se l’Europa non colmerà il deficit di innovazione, la perdita di competitività sarà strutturale. E quella che oggi è una disparità tecnologica potrebbe trasformarsi in un arretramento irreversibile.